DIVENTARE NONNA AI TEMPI DEL CORONAVIRUS…

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Diventare nonna «è sempre un’avventura unica e straordinaria», mi dicevano tutti. Vero. Davanti a una nuova vita che nasce, non c’è tempo per i tentennamenti né per le psicosi.
Lei arriva e basta, senza preoccuparsi di quel che troverà. Che sia un’epidemia o una guerra o qualsiasi altra difficoltà, più o meno spaventosa e ingiusta.
La mia nipotina è nata sabato 7 marzo,  tutto è andato bene, i genitori sono felici all’ennesima potenza ma potrò vedere la piccola Sofia quando le disposizioni emanate dall’Autority Sanitaria, che in famiglia seguiamo rigorosamente, ce lo consentiranno.  Mai avrei immaginato di vivere questo momento nel mezzo di una  complessa crisi sanitaria che la nostra Repubblica sta affrontando, in una San Marino mezza vuota e spaventata. Accettare di mettere in atto le misure di precauzione e isolamento richieste dall’attuale emergenza sanitaria è per me segno di grande intelligenza e lungimiranza, incomprensibile per chi non crede che le proprie scelte possano avere ripercussioni sull’intera comunità.
Ringrazio chiunque si stia facendo carico con dignità di far fronte a situazioni pesanti dovute al protrarsi di chiusure di scuole, di asili, di attività lavorative, subendo disagi oltre che notevoli danni economici.
Ringrazio chiunque stia eseguendo le misure richieste dal Governo senza cercare modi per aggirarle vanificandole.
Ringrazio chi sta prendendo nota di carenze e mancanze per farle presente quando l’emergenza sarà superata e non ora, momento in cui necessitiamo di coesione e non divisione. Un abbraccio di cuore a chi sta affrontando la sua battaglia per sconfiggere il virus che l’ha aggredito, ai medici e al personale sanitario e non, al personale della Protezione Civile, delle Forze dell’Ordine e a tutti coloro che si stanno prodigando “volontariamente” senza risparmio di energie. Mi sento vicina al dolore delle famiglie colpite dal lutto di una perdita che non si vorrebbe mai dover sopportare.
Ringrazio, anche se non sono in grado di capire chi ha torto e chi ha ragione, chi poteva agire diversamente e chi ha fatto la cosa giusta. Nella cacofonia di voci che ci stordiscono stiamo dando prova di disciplina, coesione, pazienza e attenzione. Andiamo avanti così, prendiamo nota delle carenze e di ciò su cui non siamo d’accordo ma rendiamoci conto che ogni nostro gesto, per noi magari insignificante, può essere utile per dare maggiori garanzie a chi, meno fortunato di noi, ha difese immunitarie non adeguate a respingere gli agenti patogeni.
Elisabetta Righi Iwanejko

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